Boston, USA

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Natale 2007

giovedì 10 aprile 2008

Ambiguità tra storia e storiografia: la figura del biostorico

di Antonia Colamonico

Nei testi scolastici, ancora oggi, come pure nelle programmazioni della disciplina, la storia è confusa con la storiografia, come se fossero una medesima identità che faccia combaciare il campo di lettura con la medesima lettura; l’osservato con l’osservazione. Per secoli si è confuso l’oggetto codificato in una lettura (la carta) con l’oggetto stesso che si andava via, via chiamando, circoscrivendo, definendo. L’operazione di conoscenza diveniva essa stessa realtà perciò definita oggettiva e assoluta, generando inconsapevolmente le chiusure ideologiche che hanno fatto, come dice Edgar Morin, da gabbia alle grandi conflittualità del ‘900 tra gli schieramenti di: destra e sinistra, capitalisti e comunisti, nazisti e ebrei, fascisti e democratici…

La carta, come il risultato di una trascrizione, è mediata da un occhio lettore, lo storico in questo caso, che interpreta una certa dinamica fattuale, secondo una narrazione lineare-sequenziale, fatta di periodi di senso. Il periodare, come l’abilità a leggere secondo una successione di frasi la vita, riduce e riconduce il movimento complesso della realtà al punto di vista dell’io-osservatore che liberamente, secondo un processo autoreferenziale, seleziona le porzioni di realtà che egli stesso ritiene interessanti, in relazione alla sue scelte ideologiche, cognitive, etiche, emotive… Si può ben comprendere come ogni scrittura sia di fatto la stesura-tesitura di una realtà che si pone come un al di là della carta stessa elaborata.

La vita, evolvendosi nella dinamica storica degli spazi-tempi, va ben oltre il campo ristretto d’osservazione, essendoci una molteplicità di relazioni quantiche che sfuggono al compo-finestra di lettura. Chiarendo meglio:

  • La storia è la vita come la mega-struttura o meglio l’organizzazione spazio-temporale naturale che si attua in tutti gli spazi, di tutti gli attimi, di eterno presente come direbbe Sant’Agostino.

La storia è l’atto vitale che prende forma-spazio nel tempo 0 di presente in tutto il sistema cosmico; quindi essa è prima di tutto un movimento che implica una dinamica evolutiva che si irradia a 360° dal campo 1 al campo universo e viceversa, secondo una relazione a feed-back di causa ed effetto.

  • La storio-grafia (da scrittura) è una ri-costruzione operata in uno spazio tempo differente che dà di tale realtà solo gli echi informativi, quali segni-orme del suo passaggio nella vita.

Il racconto della seconda guerra mondiale, ad esempio, non corrisponde alla dinamica di devastazioni che si è generata nelle coscienze, nelle famiglie, nei Paesi, nella medesima natura. Campi questi che hanno subito un’inevitabile deformazione della cresta evolutiva, si pensi agli orfani, alle case diroccate, agli indebitamenti economici, alle deforestazioni o alle radiazioni nucleari. Dinamiche queste molto più complesse e sfaccettate della pagina di uno storico.

La storia, dunque, si identifica con la vita; la storiografia con la lettura di un quid che o non esiste più, o non esiste ancora che ha lasciato un’informazione, come la scia o traccia del suo passaggio.
Lo storico agisce sull’eco storico come il segno informativo e non sul quanto storico come oggetto bio-fisico che attuandosi si annulla nello spazio-tempo.

Volendo chiarire meglio, la vita, in un’ottica biostorica, è il processo di gemmazione dello spazio-tempo, che per effetto della dinamica dei campi vitali, produce le perturbazioni o i quanti storici: gli accadimenti, le azioni, i fatti… che entrano in relazione con i campi vitali e li modificano, li mutano, li evolvono o li trasformano. I campi, quali territori biostorici, sono i soggetti che costituiscono la realtà o, più semplicemente, i differenti noi della grande casa storica che coabitano vivendo, insieme, in ogni determinato spazio-tempo.

La storia assume, nel suo processo organizzativo, una struttura complessa a frattale, fatta di spazi-tempi pieni e di spazi-tempi vuoti, come un fuoco pirotecnico fatto di esplosione di luci e di implosione di luci, i vuoti o bui. I pieni sono gli accaduti, i realizzati, i vissuti… che danno corpo alle creste di evento. I vuoti i non accaduti, i non realizzati, … cioè gli attesi che non si sono compiuti, i desiderati che non si sono attuati. Il non essersi concretizzati si pone in relazione alla plasticità della dinamica dei quanti storici che fanno assumere alla vita una forma-direzione o cresta piuttosto che un’altra.

In una lettura biostorica le carte sono non semplici racconti storiografici, ma mappe di dinamiche di processi che visualizzano gli andamenti vitali, permettendo d’identificare gli stadi e gli stati evolutivi. Si è più su un piano biofisico che prettamente ideologico, per questo biostoria può essere definita scienza.

Nelle carte biostoriche l’aver disegnato il movimento dei campi vitali, ha di fatto permesso di definire carsica, a spugna, la struttura della storia, come un insieme di nicchie-sacche che danno corpo da un lato alle creste d’evento, gli attuati, e dall’altro ai vuoti d’evento, i non accaduti.

Il luogo-punto del cambiamento che fa della cresta un vuoto o del vuoto l’inizio di una cresta nuova è il nodo storico del mutamento di percorso: le creste sono il pieno di realtà, le nicchie-sacche i vuoti di realtà. Il vuoto-pieno concorre al compimento della vita, in quanto entrambi lasciano traccia memoria del loro passaggio nella vita.

Il concetto di vuoto-pieno oggi sta assumendo un’importanza notevole, in quanto tutte le organizzazioni vitali, naturali, hanno una struttura a spugna di pieni-vuoti: il cuore, i bronchi, l’universo, il pianeta Terra, l’albero… l’atomo, il pensiero… la storia.

Una volta chiarita l’ambiguità concettuale che aveva e ha ingabbiato le menti degli studiosi, diviene interessante porre il legame tra i due piani, per cui se la storia è la dinamica di costruzione di realtà e la storiografia è la lettura soggettiva della storia, esse sono tra loro interdipendenti nel piano di futuro, entrambe entrano nella costruzione di realtà, poiché la storiografia è la capacità dell’uomo ad aprire una finestra sull’infinito storico e iniziare a immaginare, a ipotizzare, a sognare, a immedesimarsi (= rendersi simile), ad annodarsi (darsi come nodo-legame) in altri piani-campi-tempi di realtà, in una immensa rete di umanità, per riconoscersi e poter dire anch’io provo, soffro, spero, vivo, esisto come te. Esisto perché apprendo che tu sei esistito, esisti, esisterai. In tale dimensione di passato-presente-futuro, l’io individuale, si fa collettivo, si fa universale, si fa un noi che edifica la storia-vita.

Proprio da tale distinzione di significato nasce la figura del biostorico, come il cantore-amante della dinamica della vita che per fissarla nella memoria personale e collettiva, scrive sulla carta i pluri-versi di realtà. Egli, disegnando la dinamica dei campi vitali, proiettandoli nei passati vicine e lontani; nei futuri prossimi e remoti, nei presenti storici, cum-prehende (prende insieme) gli stati emozionali, razionali, relazionali, istituzionali… di altri uomini, di altre civiltà, di altre società, di altre nature.

Il biostorico, non è seguace di un’ideologia, poiché consapevole della precarietà di ogni azione di lettura, egli è il lettore (colui che legge) le creste vitali, per tracciare i percorsi delle risposte storiche che possano indicare i tracciati delle rinascite personali e collettive. I luoghi-forme di un rinnovamento che facciano da tracciato alla scelta della vita, vista come il valore universale.

L’occhio biostorico per affetto ripercorre il carsismo della vita, il carsismo della memoria, il carsismo della speranza di futuro. Viaggia tra i pieno-vuoti di spugna consapevole che solo in tale bivalenza si possono spiegare i piani dei sorrisi, dei pianti, degli sperati, dei negati, degli imposti, degli sfruttati, dei vivi e dei morti.

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Pubblicazioni e inediti - Antonia Colamonico -

Le Filastrocche di Spazioliberina - Raccolta di poesie, 1992, nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Fatto Tempo Spazio - Premesse per una didattica sistemica della Storia. OPPI – Milano 1993.

Storia - Nuova Secondaria, 15 settembre, pagg. 69-71. Editrice La Scuola- Brescia,1994.

Ed altro – Raccolta di racconti brevi 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Il Filo - Raccolta di poesie, 1994, , nel ciclo di Le stagioni delle parole, parzialmente pubblicate in antologie, saggi e testi scolastici vari.

Corso modulare di aggiornamento transdisciplinare. Pagg. 31-33, Oppi Informazione, Milano. Sett.- dic. 1995.

Biostoria scienza e metodo per un pensiero al plurale. Prime carte di viaggio, in collaborazione con lo studio Lananna - Art. Direction Carlo Curci. Ed. Pubblicità e Stampa. Bari, 1997.

Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998.

L’occhio biostorico e la lettura della Società delle Informazioni –http://www.formanet.it/biostoria - 2000.

Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002.

Ottimizzare i processi di insegnamento-apprendimento: la scienza e Metodo biostoria. In FIS-CAB, Pag. 3 – maggio-giugno 2003, Bari.

Echi di vita in (“La nostra Storia - Cronistoria della Città di Acquaviva delle Fonti” dei fratelli Martino e Nunzio Mastrorocco, Ed. Summa). 3003

La conoscenza biostorica tra ordini multipli e pensiero complesso. In Pianetascuola, Irfos Bari. Ott.-Dic. 2004. pp. 5-6.

Bio-Informazione: nuove linee per una scienza nuova, in http://www.invisibilmente.it/forum/ - nov. 2004.

Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.

Il Pensiero Creativo e il ruolo del futuro nella Dinamica Biostorica: restaurazione e risorgimenti. In Pianetascuola, n° 3, lug.-sett. pp. 3-6, Ed. IRFOS – Bari. 2005.

Cambi di paradigma nell’esplorazione biostorica. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, gen.- marz. 2006, pp 18-30.

Alla palestra della mente: Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso. Inedito. 2006.

Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso, in AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.

Le letture biostoriche per una didattica efficace La Classe come Organismo a dimensione uno-tutto. In Pianetascuola, Ed. IRFOS Bari, nov.- dic. 2007, pp 21-25.

Metacognizione e multimedialità: dalla storia alla biostoria. http://www.internetestoria.it - 2008